Artista di singolare sensibilità attraverso il quale si rende
possibile esplorare il mondo delle emozioni più profonde e recondite
dell’animo umano. Il dolore,
la sofferenza, la passione e l’amore, sentimenti, questi, resi in modo
toccante dalla sapiente fusione cromatica degli emblematici colori
rosso e blu.
Accostandosi
al lavoro di de Benedictis pare che il destino l’abbia relegato nei
sotterranei di una insondabile tristezza, in cui alcun raggio rosa e
gaio osa penetrare;
egli da solo con la Notte è il pittore che un Dio ironico condanna a
dipingere le tenebre della sofferenza legata all’anima che agisce
sulla parte più intima dell’uomo, sottoposta a sentimenti, molte volte
contraddittori :( Il Dolore, Il Sogno Infranto
…). Il senso di disagio provocato dalla violenza degli eventi
turbinosi del suo vivere, si è manifestato in due diverse poetiche
nell'opera dell’autore. La prima, quella dell’impressionismo, è generata
da un grande desiderio di trovare una spiegazione a
ciò che egli è e il contesto che lo circonda .
Sono
posti in risalto i contrasti tra un uomo brillante e la mediocrità
dell’umano genere che lo accompagna nel tentativo di risucchiarlo nella
buia voragine del Nulla
. Sono accostati i diversi messaggi sensoriali provenienti dal mondo
del reale, espressi attraverso la sinestesia del colore.
La
seconda, l'allegorismo, deriva dal tentativo di sottolineare il
profondo distacco della vita rispetto alla realtà, proponendo allo
spettatore spunti di riflessione
che richiedono oltre ad una elevata sensibilità, una spiccata attività
razionale per essere compresi. Il suo allegorismo rappresenta anche il
rifiuto dell'oggettivismo scientifico, che tarpa la fantasia per
rinchiuderla entro regole logiche, privando l'uomo
del suo bene più prezioso. Analizzando le opere di de Benedictis due
appaiono le caratteristiche determinanti per comprendere la natura della
sua ricerca. In primo luogo veniamo attratti dalla tecnica
impressionista che congela le figure in una fluidità inaccessibile.
Successivamente, ci si rende conto di essere di fronte a qualcosa di
non manifesto nella sua fisicità, così come siamo abituati ad
esprimerla in relazione alla pittura. Si tratta, dunque di una
metodologia operativa che richiama la processualità della pittura,
nella fusione cromatica, nella spazialità ma che al contempo acquista
una nuova valenza rispetto alle dinamiche tradizionali dell’arte del
ritrarre. In tal senso, il percorso di de Benedictis è venuto
delineandosi a partire dal 1985 dirigendosi in uno straordinario
equilibrio dinamico, verso una smaterializzazione pittorica che trova
conclusione nella fusione alchemica dei colori , in particolar modo del
rosso, emblema del sangue, del cuore e del dolore e del blu , simbolo
dell’eterno moto dello spirito, insieme di
quiete e dinamicità. Possiamo dire in sintesi che dalla fusione
cromatica di questi elementi risuona con una potente eco l’Arcana
nota dello ieros gamos (dal greco ἱερὸς
γάμος, "matrimonio sacro"), in altre parole, si giunge all’armonizzazione perfetta degli opposti.
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