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domenica 27 maggio 2012

Testo Pubblicazione Redazione Effetto Arte- Marzo 2012


  Artista di singolare sensibilità  attraverso il quale si rende  possibile esplorare il mondo delle emozioni  più profonde e recondite dell’animo umano. Il dolore, la sofferenza, la passione e l’amore, sentimenti, questi, resi in modo toccante dalla sapiente fusione cromatica degli emblematici colori  rosso e blu.
Accostandosi al lavoro di de Benedictis pare che il destino l’abbia relegato nei sotterranei di una insondabile tristezza, in cui alcun raggio rosa e gaio osa penetrare; egli da solo con la Notte è il pittore che un Dio ironico  condanna a dipingere  le tenebre  della sofferenza legata all’anima  che agisce sulla parte più intima dell’uomo, sottoposta a sentimenti, molte volte contraddittori :( Il Dolore, Il Sogno Infranto …). Il  senso di disagio provocato dalla violenza degli eventi  turbinosi del suo vivere, si è manifestato in due diverse poetiche nell'opera dell’autore. La prima, quella dell’impressionismo, è generata da un grande desiderio di trovare una spiegazione a ciò che egli è   e il contesto che lo circonda .
 Sono posti in risalto i contrasti tra un uomo brillante  e la mediocrità dell’umano genere che lo accompagna nel tentativo di risucchiarlo nella buia voragine del Nulla . Sono accostati i diversi messaggi sensoriali provenienti dal mondo del reale, espressi attraverso la sinestesia del colore.
La seconda, l'allegorismo, deriva dal tentativo di sottolineare il profondo distacco della vita rispetto alla realtà, proponendo allo spettatore spunti di riflessione che richiedono oltre ad una elevata sensibilità, una spiccata attività razionale  per essere compresi.  Il suo allegorismo rappresenta anche il rifiuto dell'oggettivismo scientifico, che tarpa la fantasia per rinchiuderla entro regole logiche, privando l'uomo del suo bene più prezioso. Analizzando le opere di de Benedictis  due appaiono le caratteristiche determinanti per comprendere la natura della sua ricerca. In primo luogo veniamo attratti dalla tecnica impressionista che congela le figure in una fluidità inaccessibile. Successivamente, ci si rende conto di essere di fronte a qualcosa di  non manifesto nella sua fisicità, così come siamo abituati ad esprimerla in relazione alla pittura. Si tratta, dunque di una metodologia operativa che richiama la processualità della pittura, nella fusione cromatica, nella spazialità ma che al contempo acquista una nuova valenza rispetto alle dinamiche tradizionali dell’arte del ritrarre. In tal senso, il percorso di de Benedictis  è venuto delineandosi a partire dal 1985 dirigendosi in uno straordinario equilibrio dinamico, verso una  smaterializzazione pittorica che trova  conclusione nella fusione alchemica dei colori , in particolar modo del rosso, emblema del sangue, del cuore e del dolore e del blu , simbolo dell’eterno moto dello spirito, insieme di quiete e dinamicità. Possiamo dire in sintesi che dalla fusione cromatica di questi elementi  risuona  con una potente eco l’Arcana  nota dello ieros gamos  (dal greco ἱερὸς γάμος, "matrimonio sacro"), in altre parole, si giunge  all’armonizzazione perfetta  degli opposti.  

Testo critico di Tania Romeo

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